Data: 2 Febbraio 2014

Nome grotta: Roupa Jama (1417/VG 1414)

Località: Bainsizza (Slo)

Partecipanti: Kraft, Ohm

 

Kraft

L’altra domenica ho proposto a una nuova leva di venire in grotta con me: un bel -200 sull’altipiano della Bainsizza. È stata la sua prima uscita seria dopo il corso, spero di non averlo traumatizzato troppo! Per descrivere le sue impressioni lascio a lui la parola:

Ohm

Dopo un’estenuante passeggiata tra neve, pioggia, bora e tanto freddo, grazie al provvidenziale GPS, troviamo l’ubicazione della grotta e, dopo esserci preparati a dovere, ci accingiamo ad entrare. Due sono gli ingressi: uno possibile solo per gente come Kraft, l’altro più fattibile per un inesperto come me, nonostante lo zaino delle corde e la mia non “trascurabile” stazza abbiano avuto qualcosa da ridire!

Si inizia a sentire l’umidità che penetra nei vestiti mentre si attraversa una passaggio a scendere. Il sacco a penzoloni sulla Longe mi precede nella discesa per non ingombrarmi il cammino. Ora la faccenda si fa più tecnica: dobbiamo affrontare una breve arrampicata; avevo dubbi sulla mia morbida discesa, ma con l’aiuto di Kraft, che mi indicava gli appigli corretti, non si è dimostrato tanto grave neanche per un inesperto come me.

colonia di pipistrelliFinita questa, si apre innanzi a noi un antro piuttosto largo, ma alto a mala pena duemetri. E’ qui che abbiam trovato diverse colonie di minuti pipistrelli alle quali abbiamo dedicato alcune foto. Sul fondo di questa caverna troviamo il pozzo che ci consentirà di continuare la nostra discesa, ma veniamo a scoprire che lo Spit è posizionato strategicamente in modo da far scendere la corda precisamente in coincidenza con la piccola cascatina che si era formata a causa della pioggia.

DSCN6075

 

Kraft inizia ad armare il pozzo e dai suoi commenti mi rendo conto che inzupparsi è inevitabile. Al segnale di libera procedo a scendere di 80 m nella piena oscurità, e subito la carburo si spegne; dopo alcuni tentativi, decido di passare al LED e continuo. Arrivato a una ventina di metri da una cengia, Kraft mi ferma e chiede di puntare il suo faretto verso l’alto per scattare una foto (riportata qui a fianco). Giungo al fondo e procediamo verso quello che sembra essere l’ultima calata. Kraft avanza senza problemi in una strettoia verticale sulla quale ho diversi dubbi. Non demordo e tento il passaggio ma, dopo diversi tentativi in varie posizioni e inclinazioni, mi rendo conto di passare eccessivamente giusto e temo di incastrarmi nell’uscirne, una volta entratovi. Lascio il sacco a Kraft che continua verso il fondo da solo.

Kraft

E qua tocca a me raccontare com’è andata! “Ma sì, torno subito, c’è solo quest’ultimo pozzo. Mezz’oretta e son su di nuovo – grido a Ohm. Ma quando vedo quanta acqua corre giù, ovviamente proprio sulla linea della calata, mi viene il dubbio che forse non sarà così rapido e indolore quanto speravo. Vabbè, giù veloce per non bagnarmi troppo, sennonché a tre quarti della discesa son già ai nodi di fine corda. Ma come?! Non avevo preso la 70? Leggo l’etichetta: 27 m. Maledizione, le avevo scambiate! Adesso diventa una questione d’onore: alla base ci devo arrivare! Sul fondoMentre lego l’altra corda, sempre sotto il getto della cascata, mi rendo conto dell’importanza di esser veloci nelle manovre, ovvero bravi, per soffrire di meno.Passato il nodo, un altro paio di frazionamenti, finalmente all’asciutto, e son sul fondo. Subito tiro fuori Kroll e Maniglia, che se mi fermo mi congelo. Anche pompando con tutte le forze, andando in su ci si mette di più: così, dopo un’interminabile risalita ‘sotto la doccia’, lascio immaginare quanto inzuppato potevo essere! Ora mi resta solo la strettoia e son di nuovo dal mio compagno.

Ohm

Ritornato Kraft, gli prendo lo zaino e parto per il pozzo, cercando di metterci il meno tempo possibile, dato il freddo che aveva già iniziato ad intaccarmi e non volevo che la mia lentezza nel risalire facesse lo stesso a lui. Nonostante la testardaggine nel risalire in fretta, non avevo considerato l`inesperienza, il poco fiato, l’acqua che mi cadeva in testa e nel sacco, facendolo pesare il doppio, e la stupidata di essermelo messo in spalla: per questo ci ho messo un po’ a risalire!  Annunciato il desiderato “libera”, Kraft ci metterà meno della metà del tempo rispetto a me per risalire. (Kraft: “E te credo, avevo il sacco vuoto! ;-)”)

Si mangia un boccone e si riparte alla volta dell’uscita ove troviamo tanta neve e tanto freddo ad accoglierci a braccia aperte.

Uscita deliziosa: 6 ore di grotta al freddo, bagnati come pesciolini ma, del resto, contenti.

 

Ohm e Kraft