Trieste è da sempre annotata come la culla della Speleologia. Certo al mondo ci sono 

L’iniziativa è stata suddivisa in due momenti. La prima giornata, grazie alla collaborazione con la società Adriatica di Spelelogia e al prezioso contributo di Edgardo Mauri si è svolta presso lo Spelelovivarium. La struttura, sita in un rifugio antiareo della guerra, è stata pensata per far conoscere al cittadino non tanto le affascinanti e macroscopiche caratteristiche delle grotte ma tutta la vita che, in maniera molto discreta si cela ad una visione superficiale. Star indiscussa della struttura è il Proteo. Questo, anfibio dal metabolismo lentissimo è estremamente longevo . Descritto per la prima volta nel 1768 da Laurenti ha un habitat che va da Postumia alle bocche di Cattaro; popola altresì le falde che si spingono sotto il nostro carso fino alle foci del Timavo. Caratterizzato dall’essere un vorace predatore ha un colorito rosaceo, assenza di occhi e una lungheza di circa 30 cm. E’ l’unico vertebrato troglobio della fauna Europea e vive esclusivamente nelle acque sotterranee. Ha un unico nemico: l’inquinamento!
Assieme al proteo e ad altri aspetti della flora e fauna sotterranea si è sviluppata questa 

Nella seconda giornata si è concretizzata l’esperienza con la visita della Grotta Fulvio presso Banne. Bambini ( e maestra) sono stati armati di caschetto e imbragatura e calati in corda lungo il pozzo della cavità per poi poter visitare attraverso salette e cunicoli le bellezze celate all’interno.
Inutile dire l’eccitazione che possono aver provato dei bambini così piccoli nel diventare dei piccoli esploratori ma anche la soddisfazione degli istruttori della Scuola di Spelelogia Cesare Prez per esere riusciti a seminare così tanto e, con un inaspettato successo, indirettamente anche nei genitori che per giorni sono stati sobillati con i racconti della piccola avventura vissuta dai figli. Fabrizio Viezzoli
