Finalmente è finita … purtroppo è finita.
Questa la ricorrente frase che mi esce dopo le fatiche di questo bellissimo weekend sul nostro Carso e focalizzato sul Timavo, autoinfertomi un anno fa quando me lo sono inventato, organizzato poi dal Gruppo Grotte dell’Associazione XXX Ottobre e curato nella parte logistica dalla Commissione Grotte Eugenio Boegan della Societa Alpina delle Giulie. Obbiettivo della proposta il team di Speleo Dentro, un progetto nato nel 2024 della Commissione Centrale per la Speleologia e il Torrentismo del CAI che ha coinvolto inizialmente 80 speleologi italiani in un percorso tecnico e scientifico caratterizzato da incontri e seminari online con lo scopo di promuovere una speleologia collaborativa e multidisciplinare facilitando l’incontro e lo scambio di competenze tra speleologi di diverse regioni aiutandoli così a conoscere diverse realtà speleologiche italiane.
Il Timavo, e’ il corso d’acqua tra i più misteriosi al mondo. Con due nomi e tre Nazionalità, ha alimentato e alimenta tuttora i sogni e le ossessioni di almeno quattro generazioni di speleologi Triestini che tentano di svelarne i segreti. Il fiume nasce in Croazia sul Monte Nevoso, scorre in superficie per 50 km nella Val Malacca con il nome Reka attraversando poi la Slovenia e inabissarsi nelle grotte di San Canziano per riemergere infine in Italia dopo un lungo e misterioso percorso di circa 40 km a San Giovanni di Duino sfociando finalmente in mare nel Golfo di Trieste dopo un ulteriore brevissimo percorso aereo tanto da essere il fiume più corto d’Italia. Dove vada e cosa combini il Timavo durante il suo lungo viaggio sotterraneo è una sciarada non ancora risolta. Da San Canziano in poi ci sono una dozzina di “finestre”, soffianti durante le piene del fiume. Sono delle cavità profonde centinaia di metri, dalle quali ci si può affacciare per vedere scorrere nei recessi della terra le acque scure del fiume senza stelle. Sono abissi, grotte e pozzi. Dall’Abisso dei Serpenti a quello di Trebiciano, dalla grotta di Lazzaro Jerco alla grotta Luftloch, dal Pozzo dei Colombi alla Grotta del Timavo, che rappresentano altrettanti ingressi a un labirinto il cui sviluppo è conosciuto in una percentuale sì e no del 15 per cento. Il resto è ancora da tutto scoprire.
Il suo corso e’ stato fatto seguire dai 31 speleo provenienti da tutta Italia del Team “Speleo Dentro”, che hanno potuto vedere parte del suo corso partendo dalle maestose grotte di San Canziano in territorio sloveno per poi scoprirlo in uno dei suoi tratti sotterranei nella caverna Lindner posta -329 metri nella storica grotta di Trebiciano e infine vederlo sfociare nel mare uscendo dalle bocche del Timavo.
Guida d’eccezione, oltre agli istruttori della Scuola Nazionale di Spelelogia del CAI, e’ stato Marco Restaino della Società Adriatica di Speleologia, uno dei massimi ed entusiasti conoscitori del fiume e scopritore, tra l’altro, dopo 24 anni di faticosissimi scavi, nella grotta Luftloch dell’ultima finestra ipogea del fiume.
È stato un weekend impegnativo per allievi e organizzatori ma ritengo estremamente affascinante e appagante che mi piace nuovamente rimarcare sia stato possibile anche grazie all’organizzazione della ormai collaudata squadra logistica della Commissione Grotte Eugenio Boegan che ha messo a disposizione le strutture di Borgo Grotta Gigante con la sua area didattica per curare la parte culturale dell’incontro e con la non meno importante area ludica indispensabile per convivialita’ e ristorazione che ha proposto pietanze tipiche Triestine altrettanto apprezzate quanto la full immersion nella speleologia Triestina e in quella che e’ la mecca della speleologia mondiale: il nostro Carso.
Fabrizio Viezzoli – INS SNS CAI