
Ormai dovrei conoscere bene la strada per il bivacco, ma ogni volta mi stupisco di quanto sia lunga e tortuosa; l’altipiano del Kanin sa sempre come metterci in difficoltà. Ciononostante, riusciamo a rispettare la tabella di marcia e l’indomani, ovvero sabato, lasciamo il bivacco di buon’ora per calarci nell’abisso prima delle 8.

Non è affatto comune trovare una via tanto lunga e sostenuta: non solo numerosi passaggi tecnici, ma una continuità disarmante su muro pressoché verticale sono le principali difficoltà. Decisamente spettacolare, ottimo per foto e riprese, ma terribilmente logorante per il nostro eroico scalatore, il quale è costretto a combattere contro questo ghiaccio sempre da capocordata, senza che nessuno possa dargli il cambio. Dopo quattro lunghezze, è il momento di affrontare la realtà: tempo ed energie scarseggiano e siamo appena oltre la metà. Mancano ancora alcuni passaggi chiave, per i quali sarebbe necessaria una certa freschezza: non riusciremo a concludere la salita quest’oggi. Non resta che riprendere croll e maniglia e uscire ‘alla vecchia’.
Questa volta non siamo riusciti a portare a termine la scalata, ma siamo tornati a casa più motivati che mai! Adesso è tutto molto chiaro, sappiamo cosa dobbiamo fare per concludere questa storia nel migliore dei modi. Serve un altro scalatore forte, un valido compagno di cordata per Lukič, che possa dargli il cambio al comando; servono più persone che si occupino di luci e riprese; serve qualcuno che si prenda carico del disarmo. Insomma, c’è bisogno di una valida squadra di speleo-alpinisti preparati, coraggiosi, motivati: noi saremo presenti, su chi altro potremo contare?
25-27/03/2016
Alberto Dal Maso (Kraft)
Foto di Leonardo Comelli
