
Questa volta la squadra è numerosa: Rok, Dejan e Roli salgono in giornata per dare una mano col materiale, Leo sarà regista e cameraman, Sara e io alle luci. Da Brescia vengono, invece, Matteo Rivadossi (meglio noto come il ‘Pota’) e Andrea Tocchini, che saranno validissimi compagni di cordata per Lukič.
La camminata al bivacco fila liscia, molto più del previsto: neve ottima, temperature miti e poca pioggia sono un vero lusso! Ma ho il presentimento che quando le cose filano troppo lisce in partenza…vabbé, speriamo bene.
Domenica è il grande giorno; un pizzico di tensione ci accompagna all’ingresso del pozzo. Mi tranquillizzo presto quando infilo il discensore sotto il primo frazionamento: la corda sembra libera dal ghiaccio, forse i nostri timori erano infondati. Magari! Già all’altezza del secondo fraz mi rendo conto che il ‘paesaggio’ è cambiato: uno strato di ghiaccio trasparente, spesso qualche centimetro, ricopre interamente le pareti del pozzo. Non c’è tempo per contemplare la bellezza di questo fenomeno, adesso comincia il combattimento! Sì, il combattimento per liberare le corde inglobate dai ghiacci.
Man mano che scendo, la situazione si fa più difficile: a malapena riesco a montare il discensore sulle corde incastrate, rese pericolosamente scivolose dall’acqua gelata sulla calza. Con una buona dose di violenza riesco a renderle utilizzabili e proseguo nel nero dell’abisso che scampana sotto di noi. Mi preoccupa ora lo scroscio d’acqua che si sente sempre più vicino: una cascata? Potrebbe essere, maledizione! Del resto, c’è poco da meravigliarsi, considerando che fuori si stanno sciogliendo metri e metri di neve. In effetti, da un grosso strapiombo di ghiaccio sta colando un rivolo, che precipita nel centro del pozzo per centocinquanta metri o poco più. Fortuna vuole che né le calate, né la via di salita siano bagnate da questa spettacolare cascata, la quale si limita a decorare un ambiente già magico e surreale.


Missione compiuta! Si congratulano tutti per il successo sudato. In meno di sei ore, questa fortissima cordata è riuscita nell’apertura di un itinerario unico al mondo. Nessuno, prima d’ora, s’era mai avventurato nelle viscere della terra per cimentarsi in una scalata tanto lunga. Pochi i posti che lo permettono: 280 metri di ghiaccio ininterrotto sono una rarità in qualsiasi abisso naturale della terra. Inoltre, le condizioni estremamente mutevoli e imprevedibili della colata sotterranea, governata da chissà quali equilibri delicati, hanno tenuto la riuscita sempre sul filo del rasoio. “Scarse probabilità di successo” – mi era stato detto. Vero. Ma con una squadra davvero in gamba e un pizzico di fortuna ce l’abbiamo fatta!
Kraft
Foto di Leonardo Comelli