Di nuovo in sei, tutti motivati a schizzare sul fondo e cercare ogni possibile prosecuzione! Ma questa volta non sarà semplice: previsti venti di bufera e temperature glaciali. Ben poco ci consolerà il sole, che in quella zona non si vede da agosto ad aprile. Inoltre, cosa ben più grave, è assente il nostro portafortuna Prof. Lukič. Nonostante la sua ‘benedizione’, c’è chi ha problemi coi ramponi ed è costretto a ritirarsi, chi si congela le dita dei piedi e, per condire il tutto, l’ingresso è intasato di neve.
Inutile tentar di scavare: troppo poco spazio e troppo lavoro. L’unica speranza è un passaggio alternativo, una sorta di ‘by-pass’ non ancora ostruito. Piccolo problema: è stretto. Quanto stretto? Fate un po’ voi… A questo punto, forse non dovrei essere io a raccontare la storia. Dico solo che all’apparenza potrebbe sembrare, ad occhio inesperto, estraendo la situazione dal contesto, che io mi sia incastrato. La realtà è leggermente diversa, ma senza tecnicismi, ammetto che non era una situazione molto piacevole. In ogni caso, non abbiamo alternative: se vogliamo rendere agibile il passaggio, dovremo scavare nel ghiaccio per allargarlo.
Tre ore di duro lavoro ‘pala e piccon’ per liberare tre miseri metri quel tanto che basta per passare. Non ci resta tempo sufficiente per l’esplorazione: oggi ci dobbiamo accontentare così. Lukič: senza di te la grotta non va avanti!
17/01/2016
Kraft